Certificato Energetico APE: per quali immobili viene richiesto?

L’Attestato di Prestazione Energetica va redatto in tutti quei casi previsti dagli obblighi di legge e per varie motivazioni. Ma quali tipologie di immobile vengono maggiormente valutate dal punto di vista energetico? Che età hanno quegli edifici? Vediamo i dati forniti dall’ENEA, nell’ultimo Rapporto sulle Certificazioni Energetiche.

Analisi del periodo di costruzione

Le analisi per anno di costruzione degli immobili rispetto al numero di APE (Figura 1a) e alla distribuzione percentuale delle classi energetiche (Figura 1b) sono state svolte raggruppando le informazioni secondo specifici periodi temporali, scelti sulla base dell’emanazione delle principali normative energetiche nazionali.

Grafico distribuzione degli APE per periodo di costruzione e classe energetica

La distribuzione degli immobili certificati nel 2021 nei periodi costruttivi analizzati è quasi coincidente con i risultati della precedente edizione del Rapporto, con la maggior parte del campione antecedente la Legge 10/1991 (76,5%).

Le costruzioni del 2021 rappresentano il 3,1% del totale degli APE analizzati, mentre gli edifici con anno di costruzione tra il 2016 e il 2021 risultano essere il 5,5% del campione. La classe energetica tende a migliorare con l’evoluzione della normativa vigente, che richiede obiettivi di prestazione energetica sempre più stringenti.

In particolare, gli effetti dei requisiti minimi del D.M. 26/06/2015 permettono il salto più cospicuo della percentuale di classi energetiche migliori (A4-B) rispetto ai periodi precedenti.

Come per le nuove costruzioni, la percentuale di immobili costruiti dopo il 2015 e ricadente nelle classi energetiche meno efficienti della B è da ricondursi alla qualità dei dati disponibili.

Se la distribuzione per periodo costruttivo tra le due annualità si mantiene pressoché costante, è possibile notare un generalizzato miglioramento della prestazione energetica degli immobili censiti nel 2021 rispetto a quelli censiti nel 2020.

Quasi tutti i periodi costruttivi analizzati presentano un aumento variabile (0,5%-2,3%) della percentuale di casi nelle classi energetiche più efficienti (A4-B). Questo risultato è il probabile effetto della maggiore efficacia di riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni importanti, ma anche degli interventi effettuati a seguito di agevolazioni fiscali, come il Superbonus, per i quali è richiesto un miglioramento dell’immobile di almeno 2 classi energetiche.

Analisi della destinazione d’uso degli immobili certificati

La suddivisione tra destinazione d’uso residenziale e non residenziale degli immobili censiti dagli APE emessi nel 2021 è rispettivamente dell’87,6% e 12,4%, simile a quella risultante dai dati 2020 e a quella del censimento ISTAT 2011.

Grafico analisi della dispribuzione degli APE per classe energetica per il settore residenziale e non residenziale.

L’andamento per classe energetica del settore residenziale (Figura 2) ricalca quello del campione totale (Figura 3), con una distribuzione dei casi che aumenta in corrispondenza del peggioramento della classe energetica, mentre il settore non residenziale è complessivamente caratterizzato da percentuali più alte di APE certificati nelle classi energetiche migliori (A4-B) e intermedie (C-E).

Grafico distribuzione degli APE emessi nel 2021 e 2021

Entrambi i settori mostrano una sostanziale stabilità della distribuzione delle classi energetiche tra le analisi sui dati 2020 e 2021, con un incremento estremamente ridotto della percentuale di APE nelle classi migliori (A4-B, meno dell’1% in entrambi i casi).

Grafico Distrubuzione APE per destinazione d'uso secondo DPR 412/1993

L’analisi per destinazione d’uso è stata ulteriormente approfondita in base alla classificazione stabilita dal D.P.R. 412/1993 (Tabella 1 e Figura 4) e integrata con la categoria E.1(1)bis, in base al formato dell’APE, che ricade nel settore non residenziale, così come specificato dai decreti e dai chiarimenti del Ministero al tempo competente sul tema, il MiSE. Le categorie da E.4(1) a E.4(3) e da E.6(1) e a E.6(3) sono state raggruppate rispettivamente nelle macrocategorie E.4 ed E.6.

Tabella Classificazione delle destinazioni d'uso

Nel settore non residenziale, i risultati confermano la prevalenza di APE redatti per attività commerciali (E.5), uffici (E.2) e attività industriali e artigianali (E.8).

Per quanto concerne il settore non residenziale, sono state svolte ulteriori analisi ed elaborazioni relative alla classe energetica (Figura 5) e alla motivazione (Figura 6) per categoria di destinazione d’uso del D.P.R. 412/1993, ad esclusione della E.1(1)bis, poiché composta da un campione di dati estremamente ridotto.

Grafico distribuzione percentuale degli APE per immobili non residenziali per classe energetica e classificazione DPR 412/1993

Gli ospedali e le attività sanitarie (E.3), le attività ricreative (E.4) e gli alberghi (E.1(3)) sono le categorie che presentano le più elevate percentuali di immobili nelle classi energetiche migliori (A4- B), comprese tra il 26% e il 30%. Tale percentuale nelle destinazioni d’uso E.4 ed E.3 risulta inoltre superiore a quella delle classi energetiche peggiori (F-G), di poco superiore al 20% in entrambi i casi. Il dato relativo alle classi energetiche migliori nella categoria degli ospedali e attività sanitarie vede un aumento, rispetto ai dati 2020, di circa il 4,5%.

Grafico distribuzione percentuale degli APE per immobili non residenziali per motivazione e classificazione DPR 412/1993

Le attività ricreative, invece, sono mediamente stabili, mentre gli alberghi registrano un risultato inverso con una diminuzione degli APE nelle classi energetiche A4-B più cospicuo (-3%) e un aumento sia nelle classi energetiche intermedie, sia in quelle peggiori.

Per le attività sportive (E.6), gli edifici scolastici (E.7) e gli uffici (E.2), le classi energetiche intermedie (C-E) sono comprese tra circa il 45% e il 60%, seguite da quelle meno efficienti (FG), comprese circa tra il 23% e il 37% circa, e da quelle più efficienti (A4- B), comprese tra il 14% e il 20%.

Gli edifici scolastici sono gli unici di questo gruppo a presentare un incremento, rispetto ai dati 2020, delle classi A4-B (+2%) e una diminuzione dei casi ricadenti nelle classi energetiche rimanenti.

Gli uffici rimangono mediamente stabili, mentre le attività sportive presentano un decremento delle classi energetiche più efficienti (-3%), in favore di quelle peggiori.

Le attività commerciali (E.5) e quelle industriali (E.8) sono caratterizzate da un andamento simile a quello residenziale, con una crescita dei casi al peggioramento dell’efficienza energetica. Inoltre, rispetto ai dati riportati nel Rapporto 2021, la destinazione d’uso E.5 mostra un miglioramento dell’efficienza energetica con una diminuzione delle classi energetiche intermedie in favore di quelle più efficienti (+1,3%), mentre la destinazione E.8 vede un decremento delle classi energetiche peggiori (-1,5%) tra le due annualità.

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Destinazione d’uso e motivazioni

Gli edifici scolastici (E.7), gli ospedali (E.3) e le attività sportive (E.6) sono le categorie che presentano la quota maggiore di APE rilasciati per riqualificazioni energetiche, ristrutturazioni importanti e nuove costruzioni, con valori compresi circa tra il 20% e il 33%.

La destinazione d’uso E.3 mostra un lieve aumento delle riqualificazioni energetiche, delle ristrutturazioni importanti e delle nuove costruzioni rispetto ai risultati ricavati dai dati 2020.

Passaggi di proprietà e locazioni sono compresi tra circa il 26% e il 57% e diminuiscono tra le due annualità per la destinazione d’uso E.6 ed E.7, in favore della categoria “altro”.

Gli alberghi (E.1(3)) presentano una percentuale di riqualificazioni energetiche, ristrutturazioni importanti e nuove costruzioni pari a circa il 17% (-3,5% rispetto ai dati 2020) e di passaggi di proprietà e locazioni pari a circa il 61% (-8% rispetto ai dati 2020).

Infine, le attività industriali (E.8), insieme quelle commerciali (E.5), ricreative (E.4) e agli uffici (E.2), mostrano le percentuali più basse di riqualificazioni energetiche, ristrutturazioni importanti e nuove costruzioni (tra 4% e 10%) e contemporaneamente quelle più alte per passaggi di proprietà e locazioni, con valori compresi tra l’80% e il 90%.

Tuttavia, pur presentando valori percentuali ancora bassi di interventi di efficientamento e nuove costruzioni (9%), le attività industriali (E.8) presentano un lieve aumento delle stesse (+1,2%) rispetto ai dati del 2020.

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