Come leggere e capire un Attestato di Prestazione Energetica

L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è il documento ufficiale che descrive le caratteristiche energetiche di un immobile. Oltre a essere richiesto in molteplici adempimenti (compravendite e locazioni in primis), l’APE fornisce informazioni utili per valutare i costi di esercizio e pianificare interventi di miglioramento in modo consapevole.

Il riferimento tecnico principale è l’EPgl,nren, l’indice di prestazione globale non rinnovabile espresso in kWh/m²·anno. Questo valore, più della lettera di classe, consente un confronto oggettivo tra immobili simili: più è basso, migliore è la prestazione. In supporto, gli indicatori relativi a riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria aiutano a individuare le aree su cui intervenire con priorità.

L’obiettivo di questo articolo è illustrare come leggere correttamente un APE, concentrandosi sugli elementi davvero decisivi per proprietari, acquirenti e locatori: EPgl,nren, lettura dei consumi e raccomandazioni finali del tecnico, evitando tecnicismi non indispensabili.

L’idea di fondo

L’APE è la “carta d’identità energetica” dell’unità immobiliare. La classe (da A4 a G) sintetizza la prestazione in un’etichetta facilmente comunicabile; il dato sostanziale è l’EPgl,nren in kWh/m²·anno, che indica quanta energia non rinnovabile serve ogni anno per metro quadrato per coprire i fabbisogni dell’edificio.

Perché questo numero è decisivo? Perché consente confronti omogenei: due appartamenti con dimensioni simili e nello stesso contesto climatico possono avere classi vicine ma EPgl,nren molto diversi, con effetti reali sui costi di gestione nel medio periodo. Esempio puramente indicativo: passare da 160 a 100 kWh/m²·anno è un miglioramento sensibile che, a parità di comportamento d’uso, si riflette sulla spesa energetica.

Suggerimento metodologico: valutare sempre EPgl,nren insieme a posizione geografica, esposizione, piano, presenza di ascensori/parti comuni energivore (nei contesti condominiali) e stato degli impianti.

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Da dove si parte quando si apre l’APE (pagina 1)

Alla prima pagina è opportuno verificare subito:

  • la classe energetica (la lettera) e
  • l’EPgl,nren in kWh/m²·anno (il numero).

La classe è utile per un colpo d’occhio, ma è l’EPgl,nren a fornire la misura concreta della prestazione. Valori significativamente diversi (ad esempio 160 vs 90 kWh/m²·anno) implicano prospettive diverse in termini di costi e comfort.

Sulla prima pagina sono spesso presenti indicatori che “spacchettano” i consumi per riscaldamento (inverno), raffrescamento (estate) e acqua calda sanitaria. La loro funzione è orientativa: se il riscaldamento pesa in modo prevalente, ha senso concentrare l’attenzione su involucro (isolamento, serramenti) e generazione termica; se pesa il raffrescamento, possono essere opportuni interventi su schermatureventilazione e impianto estivo.

La pagina “più utile” per le decisioni: impianti e consumi (pagina 2)

La sezione dedicata a impianti e consumi stimati (pagina 2) riporta le fonti energetiche utilizzate (ad esempio rete elettrica, gas naturale) e una stima annua dei consumi calcolata con un profilo d’uso standard. Non rappresenta la bolletta individuale — che dipende dalle abitudini e dall’occupazione — ma costituisce un riferimento per capire dove un intervento può produrre i risultati più tangibili.

Come interpretarla in modo pratico:

  • Se i consumi stimati sono elevati e gli indicatori di riscaldamento risultano predominanti, la priorità potrebbe essere ridurre le dispersioni (isolamento, infissi) e aggiornare il generatore (es. sostituzione caldaia obsoleta o passaggio a soluzioni più efficienti).
  • Se pesa il raffrescamento, valutare schermature solaritenuta all’ariaventilazione controllata e un impianto estivo efficiente.
  • Per l’acqua calda sanitaria, contano molto il generatore, l’accumulo e l’eventuale integrazione con sistemi a energia rinnovabile.

In questa sezione si ritrova anche l’EPgl,nren: rileggerlo insieme ai consumi stimati aiuta a distinguere quanto incida l’involucro e quanto l’impiantistica.

Le raccomandazioni: la parte più pratica

Nella pagina dedicata alle “Raccomandazioni per il miglioramento della prestazione energetica” (riquadro “Riqualificazione energetica e ristrutturazione importante – Interventi raccomandati e risultati conseguibili”) è presente, nell’esempio mostrato, un intervento codificato REN1:

  • Tipo di intervento: Coibentazione delle strutture opache verticali rivolte verso l’esterno.
  • Comporta una ristrutturazione importante: No.
  • Tempo di ritorno dell’investimento: 10 anni.
  • Classe energetica raggiungibile con l’intervento: E – EPgl,nren 240,4 kWh/m²·anno.
  • Classe raggiungibile se si realizzano tutti gli interventi raccomandati: E – 240,4 kWh/m²·anno (in questo caso coincide con REN1, quindi non sono elencati altri interventi).

Interpretazione pratica.

Il valore attuale in questa pagina indica EPgl,nren 263,8 kWh/m²·anno; l’intervento proposto porterebbe a 240,4 kWh/m²·anno, ossia una riduzione di circa 23,4 kWh/m²·anno (~8,9%). Non richiedendo una “ristrutturazione importante”, l’intervento è relativamente gestibile e mira a un miglioramento misurabile dei consumi. Poiché la classe raggiungibile complessiva coincide con quella conseguibile dal solo REN1, per ottenere un salto di classe più marcato potrebbe rendersi necessario valutare interventi aggiuntivi (ad esempio, miglioramento dell’isolamento delle coperture, sostituzione/ottimizzazione del generatore, sistemi di regolazione).

Come leggere la tabella, in sintesi:

  1. Tipo di intervento → che cosa si propone di fare e su quale componente (involucro o impianto).
  2. Ristrutturazione importante / Payback → impatto operativo e orizzonte di rientro economico.
  3. EPgl,nren raggiungibile e classe finale → confronto numerico con il valore attuale per stimare il beneficio atteso.

Questa sezione va utilizzata come base per una programmazione in più step, partendo dall’intervento con miglior rapporto benefici/costi e valutando, se opportuno, misure successive per consolidare il risultato e puntare a un ulteriore miglioramento della classe


Pagina 3: dati del fabbricato e dettaglio impianti

La Pagina 3 integra la lettura con due blocchi informativi:

a) Dati del fabbricato (involucro)

  • Volume riscaldato (V) e Superficie disperdente (S): descrivono la “massa” climatizzata e l’area attraverso cui l’edificio scambia calore con l’esterno.
  • Rapporto S/V: più è basso, più l’edificio è compatto e, in linea di principio, meno disperde; valori alti sono tipici di volumi articolati o molto esposti.
  • EPH,nd (kWh/m²·anno): è un indicatore del fabbisogno di riscaldamento legato all’involucro, indipendente dagli impianti. Se è elevato, l’attenzione va posta su isolamento, serramenti e ponti termici.
  • Altri parametri (ad es. indici legati all’irraggiamento estivo o alla risposta dell’involucro agli sbalzi termici) aiutano a valutare il comfort estivo: valori sfavorevoli suggeriscono di considerare schermature e miglioramenti dell’involucro.

Come usarli: incrocia questi dati con l’EPgl,nren e con gli indicatori di pagina 1. Se l’EPgl,nren è alto e l’EPH,ndrisulta significativo, l’involucro è la priorità; viceversa, un EPH,nd moderato con consumi elevati rimanda più facilmente agli impianti.

b) Dati di dettaglio degli impianti (per servizio)

La tabella riporta, per ogni servizio energetico:

  • Tipo di impianto (es. caldaia standard, pompa di calore aria-acqua, scalda-acqua);
  • Vettore energetico utilizzato (es. gas naturale, energia elettrica della rete);
  • Efficienza media stagionale (valore sintetico della performance nel periodo d’uso);
  • il contributo all’EP (quote rinnovabile/non rinnovabile).

Questa vista consente di capire quale servizio pesa di più nel valore complessivo. Ad esempio, se la riga “Climatizzazione invernale” mostra un contributo all’EP non rinnovabile predominante rispetto a raffrescamento e acqua calda, il margine d’intervento sarà verosimilmente maggiore su generatoreregolazione e distribuzione del riscaldamento. Nei contesti non residenziali, la presenza di illuminazione con tecnologie superate (es. lampade a incandescenza) evidenzia un’opportunità immediata di efficientamento.

Come verificare la correttezza dell’APE (pagina 4)

Per valutare l’affidabilità dell’APE è essenziale verificare le informazioni a pagina 4:

  • la chiara indicazione del sopralluogo effettuato;
  • le generalità del tecnico abilitato (nome, iscrizione all’Ordine/Albo) e la firma dell’attestato (spesso digitale);
  • l’eventuale registrazione nei catasti energetici regionali e l’esistenza della ricevuta di deposito;
  • la data di emissione, utile per valutare la necessità di un aggiornamento.

Questi elementi certificano la conformità del procedimento e la tracciabilità del documento.

Pagina 5: legenda e note

La Pagina 5 è una guida rapida alla lettura dell’APE: spiega il significato degli indicatori e la scala di qualità (alta / media / bassa) che aiuta a interpretare le prestazioni del fabbricato.

Contiene anche la mappa dei codici degli interventi usati nelle Raccomandazioni: REN1 involucro opaco, REN2 involucro trasparente, REN3 impianto invernale, REN4 impianto estivo, REN5 altri impianti, REN6 fonti rinnovabili.

Uso pratico: quando consulti la tabella delle Raccomandazioni (pag. 2), associa subito il codice REN alla tipologia (involucro o impianti) e usa la scala di qualità per contestualizzare il livello prestazionale indicato.

Validità e quando rifarlo

L’APE ha validità fino a 10 anni. Deve essere aggiornato in caso di interventi che modificano in maniera significativa le prestazioni: sostituzione del generatore, opere di coibentazionesostituzione serramenti, ristrutturazioni che alterano l’involucro o gli impianti. È opportuno rinnovarlo anche in vista di una vendita o locazione, se si desidera rappresentare lo stato reale e valorizzare i miglioramenti eseguiti.

Indicazioni operative:

  • coordinare il nuovo APE con le pratiche edilizie e con eventuali incentivi.
  • conservare documentazione di lavori e manutenzioni (schede tecniche, libretti impianto);

Come trasformare l’APE in scelte concrete

Un percorso consigliato e sostenibile nel tempo può articolarsi così:

  1. Identificare classe ed EPgl,nren e verificare quali servizi (inverno/estate/ACS) risultano più gravosi;
  2. Definire obiettivi (riduzione consumi, comfort, orizzonte temporale) e un budget realistico;
  3. Organizzare gli interventi in sequenza, dando priorità a quelli con miglior rapporto benefici/costi e con minori impedimenti (ad esempio regolazione e generatore), per poi valutare interventi strutturali su involucro;
  4. Richiedere preventivi comparabili e pianificare verifiche post-intervento per misurare i risultati rispetto all’APE di partenza.

Questa logica evita spese isolate e favorisce una road-map coerente, utile anche per accedere a misure di sostegno dove previste.

Se si sta acquistando o locando

L’APE consente di andare oltre l’aspetto estetico o la sola metratura. Due immobili simili possono presentare EPgl,nren differenti con effetti concreti sui costi di esercizio nel medio periodo. In fase di trattativa è opportuno verificare l’eventuale presenza di lavori recenti e, se rilevanti, richiedere un APE aggiornato.


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