Rapporto annuale ENEA sulla Certificazione Energetica degli Edifici 2023: per quali immobili è stato richiesto l’Attestato APE?

Che caratteristiche hanno gli immobili oggetto di Certificato Energetico nel 2022?

Nell’ultimo Rapporto Annuale ENEA sulla Certificazione Energetica degli Edifici – Anno 2023, pubblicato il 21 settembre 2023 vengono mostrate diverse informazioni sui Certificati Energetici APE redatti nel 2022. I dati analizzati, forniti essenzialmente dal SIAPE (Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica), dalle Regioni e dalle Province Autonome, sono un elemento prezioso per comprendere “usi e consumi” energetici dell’Italia nell’anno trascorso.

Dopo la panoramica sui Certificati APE in base alle Regioni, in questo articolo vediamo quali sono gli immobili per cui viene richiesta la Certificazione Energetica, a quale destinazione d’uso appartengono e quali motivazioni spingono maggiormente alla redazione dell’APE.

SIAPE (Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica)

Regioni collegate al SIAPE 2023

In Italia, ormai da diversi anni, è stato implementato da ENEA un sistema informatico in cui vengono convogliati tutti gli Attestati di Prestazione Energetica redatti ogni anno. L’acquisizione degli attestati energetici avviene grazie alle Regioni italiane che hanno aderito al monitoraggio, ovvero tutte, eccetto Campania, che sta provvedendo, e Sardegna.

ENEA raccoglie ogni anno i dati dal sistema SIAPE e stila il Rapporto sulle Certificazioni Energetiche dell’anno precedente.

Nel 2022, in Italia, i Certificati APE redatti in totale sono stati 1.322.638. Considerando che gli APE nel 2021 sono stati 1.298.567, e nel 2020 sono stati 1.080.260, si può evidenziare una crescita costante dell’utilizzo, e dell’importanza, dell’aspetto energetico nel nostro paese.

Certificazione Energetica e Destinazione d’Uso

La destinazione d’uso di un immobile si divide in 2 grosse categorie: residenziale e non residenziale. In generale, la distribuzione di questi due gruppi, in relazione agli Attestati APE emessi nel 2022, è 87,5% per il settore residenziale e 12,5% per quello non residenziale.

Il dato è in line sostanziale con il Rapporto precedente, riferito al 2021.

Le due macrocategorie sono state suddivise dal D.P.R. 412/1993 in una classificazione più accurata:

  • Settore residenziale:
    • E.1: edifici adibiti a residenza e assimilabili:
      • E.1(1): abitazioni adibite a residenza con carattere continuativo, quali abitazioni civili e rurali;
      • E.1(2): abitazioni adibite a residenza con occupazione saltuaria, quali case per vacanze, fine settimana e simili;
  • Settore non residenziale:
    • E.1(1)bis: collegi, conventi, case di pena, caserme;
    • E.1(3): edifici adibiti ad albergo, pensione ed attività similari;
    • E.2: edifici adibiti a uffici e assimilabili: pubblici o privati, indipendenti o contigui a costruzioni adibite anche ad attività industriali o artigianali, purché siano da tali costruzioni scorporabili agli effetti dell’isolamento termico;
    • E.3: edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili ivi compresi quelli adibiti a ricovero o cura di minori o anziani nonché le strutture protette per l’assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici;
    • E.4: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto e assimilabili:
      • E.4(1): quali cinema e teatri, sale di riunioni per congressi;
      • E.4(2): quali mostre, musei e biblioteche, luoghi di culto;
      • E.4(3): quali bar, ristoranti, sale da ballo;
  • E.5: edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili: quali negozi, magazzini di vendita all’ingrosso o al minuto, supermercati, esposizioni;
    • E.6: edifici adibiti ad attività sportive:
      • E.6(1): piscine, saune e assimilabili;
      • E.6(2): palestre e assimilabili;
      • E.6(3): servizi di supporto alle attività sportive;
  • E.7: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
    • E.8: edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili.

Ecco la distribuzione percentuale delle Certificazioni APE emesse per destinazione d’uso, residenziale (a) e non residenziale (b), raffinate in base alla classificazione del decreto:

Distribuzione percentuale degli APE per destinazione d’uso per gli immobili residenziali (a) e non residenziali (b)

Ma quali Classi Energetiche hanno ottenuto questi immobili? Vediamo nel seguente grafico la distribuzione delle Classi Energetiche per destinazione d’uso: residenziale (a) e non residenziale (b):

Distribuzione percentuale degli APE per classe energetica per gli immobili residenziali (a) e non residenziali (b)

È possibile notare come il settore residenziale e quello non residenziale siano molto simili in quanto a Classi Energetiche riscontrate. Le classi basse, G-E, sono ancora predominanti in entrambi i settori, anche se si può notare una maggiore incidenza della classe A4 nel settore residenziale ed un discreto valore delle classi intermedie, C-D, nel settore non residenziale.

Comunque, facendo un confronto con i risultati del 2021, quelli del 2022 registrano un aumento del +5,1% nel settore residenziale e del +1,5% nel settore non residenziale, in quanto a classe energetiche più alte (A4-B).

Questo significa che, in generale, vengono eseguiti più interventi di efficientamento energetico e che la consapevolezza media dello stato energetico del proprio immobile e di quanto questo consumi, sta via via aumentando.

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Per quali motivi viene richiesta la Certificazione APE?

Oltre ad indagare sulla destinazione d’uso, vediamo, sempre dal Rapporto ENEA, quali siano le motivazioni principali per cui vengono richiesti i Certificati Energetici.

Questi risultati sono importanti perché sono legati agli interventi migliorativi che potrebbero aver interessato l’immobile.

Nel corso del 2022, il 3,2% degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) è stato emesso per progetti di nuove costruzioni, confermando una continuità rispetto ai dati del 2021.

I passaggi di proprietà e le locazioni hanno registrato una lieve contrazione, anche se ancora rappresentano una quota significativa, superando l’80% del totale dei casi analizzati.

Tuttavia, il dato di maggiore rilievo riguarda l’aumento delle APE rilasciate per riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni importanti. Nel 2022, queste categorie hanno rispettivamente raggiunto il 5,7% e il 4,1% del totale degli APE emessi, registrando un incremento di circa l’1,5% ciascuna rispetto al 2021. È la prima volta che si verifica un aumento simile dall’istituzione del Rapporto. Questo aumento può essere attribuito, in parte, alle iniziative e alle politiche messe in atto negli ultimi anni per la modernizzazione del parco immobiliare.

Ecco un grafico che mostra la distribuzione degli APE per motivazione (a) e la distribuzione percentuale degli APE per motivazione e classe energetica (b), dove: PP: passaggio di proprietà; L: locazione; A: altro; RE: riqualificazioni energetiche; RI: ristrutturazione importante; NC: nuove costruzioni.

Distribuzione degli APE per motivazione (a) e distribuzione percentuale degli APE per motivazione e classe energetica (b)

In generale, si può notare un graduale miglioramento della prestazione energetica in tutte le categorie in confronto agli anni precedenti.

Le nuove costruzioni, i passaggi di proprietà e le locazioni registrano un aumento relativamente modesto delle classi energetiche A4-B, compreso tra l’1% e il 2%.

Nel frattempo, le ristrutturazioni importanti e le riqualificazioni energetiche presentano variazioni significativamente più pronunciate. Le ristrutturazioni importanti mostrano un notevole incremento delle classi energetiche A4-B, con un aumento di quasi il 16%, mentre le riqualificazioni energetiche evidenziano un aumento di circa il 12,5%. Ciò si traduce in una diminuzione delle percentuali di casi con prestazioni energetiche inferiori (classi F-G).

Distribuzione dei Certificati APE in base all’anno di costruzione dell’immobile

I dati del 2022 sull’anno di costruzione degli immobili rispetto al numero di APE (a) e alla distribuzione percentuale delle classi energetiche (b) sono essenzialmente uguali a quelli riportati nel precedente Rapporto, riferito al 2021, con circa il 75% del campione antecedente alla Legge 10/1991. Il 6% del campione è rappresentato da immobili costruiti tra il 2016 e il 2022, mentre il 3,5% da immobili costruiti dopo il 2022.

Distribuzione degli APE per periodo di costruzione (a) e distribuzione percentuale degli APE per periodo di costruzione e classe energetica (b)
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In generale, la classe energetica tende a migliorare, grazie alle normative più attente al consumo energetico. Le case più datate, prima del 1991, riscontrano classi energetiche meno efficienti, F-G, per il 65% dei casi, mentre per quelle più nuove, dopo il 2005, le classi F-G rappresentano il 17%, con un aumento delle classi alte (A4-B) del +4,2% rispetto al 2021.

Il Rapporto ENEA, voce autorevole verso l’efficientamento energetico

Abbiamo visto come grazie all’utilizzo del sistema unico SIAPE sia possibile per ENEA raccogliere facilmente informazioni sugli Attestati di Prestazione Energetica APE emessi ogni anno e redigere il Rapporto sulle Certificazioni Energetiche.

I dati, oltre che alla distribuzione per Regione degli APE, si riferiscono alle destinazioni d’uso degli immobili certificati, alle motivazioni che spingono a richiedere il Certificato e agli anni di costruzione degli immobili.

Tutte queste informazioni mostrano un incremento del numero di APE ed un continuo miglioramento della Classe Energetica degli immobili, residenziali e non residenziali.

Oggi, la legge obbliga alla redazione del Certificato APE in molti casi e questi regolamenti portano anche alla luce la possibilità di migliorare la Classe Energetica del proprio immobile per risparmiare sui consumi.

Il lavoro di ENEA ci forniscono le indicazioni per migliorare sempre più il rapporto tra edifici ed energia.

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